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Malore per un altro precario di Palermo in sciopero della fame
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Nell'ossessione delle case cadute, di Antonella Riviello
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Occhi Chiusi
Il bacio lo coglie di sorpresa.
È una finta di Maradona, di caviglia e sopracciglia, di quelle che ti becchi un tunnel e poi spendi il fallo di frustrazione.
La bocca prende atto dell’invasione e si arrende alla lingua aliena senza condizioni. Lei non gli piace, il bacio sì, a dimostrazione che si può odiare una materia scolastica e poi godere i frutti della fatica dell’istruzione mentre giochi a Trivial con i tuoi cugini di Mestre.
Scrisse Il Decamerone: Walt Disney è il nome che brilla al neon della memoria. Lui sceglie di tacere e continua a frullare, a rimescolar papille, a fare eccentrici giri tra il palato e i denti del giudizio.
Marina, si chiama lei. Conosciuta tre giorni prima in uno stabilimento balneare, abbronzata e rugosa come un copertone, promessa sposa di un marinaio che le ha giurato fedeltà mentre incrociava tutto l’incrociabile, la ragazza si muove con competenza e tenacia. Luigi è un dimonio con gli occhi di bragia.
La vita e la cultura si muovono insieme, cigolano letti e vocabolari, volti di vecchie maestre si sovrappongono a quelli di attrici vogliose.
Ci sarebbero altri sensi adatti alla bisogna, ma non li usi. E baci le ragazze brutte con gli occhi chiusi…
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incidente d'auto per Balotelli
Pubblicato da Gianluca Pace alle 10:37 0 commenti
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Saviano racconta Saviano
Il vento nell'anima di Roberta Biaggi
si piega lieve
l’erba nel prato
increspata in chiaroscuri risvolti
simili a orli spumosi di onde.
Beccheggiano i vermigli papaveri
nel pelago erboso,
come barche a vela
sospinte dalla brezza marina
sugli attimi fuggevoli del tempo.
Mentre la luce vespertina
del tramonto si china
a elargire un’ultima carezza,
muore l’oggi
e cede il passo al domani;
la coscienza riposa,
sfuma il bucolico brusio
e si affaccia il vento
alle porte dell’anima.
Pubblicato da Gianluca Pace alle 14:01 0 commenti
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Pietro Di Grusa
Continua la crisi della scuola italiana che, da colonna portante della nostra società, è stata relegata a rappresentare per il governo solo un inutile intralcio.
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Ken Saro Wiwa
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Paris Hilton arrestata per possesso di cocaina
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Allarme Rom. Un viaggio verso l'EST alla ricerca delle storie che nessuno racconta
Pubblicato da Gianluca Pace alle 16:01 0 commenti
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Fortress Europe: Fortezza Europa
Fortress Europe: Fortezza Europa: "Morire di frontiera. Accade da vent'anni lungo i confini dell'Europa. Sono soprattutto naufragi, ma non mancano incidenti stradali, morti di..."
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come un uomo sulla terra...
Pubblicato da Gianluca Pace alle 13:56 0 commenti
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gilgamesh e i maya, un viaggio attraverso l'oceano?
Quante cose devono ancora esser tradotte da lingue salvate per caso dalla morte?
Questa è una storia un po strana, che inizia ad Uruk, antichissima città del sud della Mesopotamia e, attraverso l'Oceano, termina in America, nella terra dei Quiché.
Leggendo leggendo, mi scontro con fatti strani e affascinanti e non posso fare a meno di trovare delle somiglianze... di intravvedere un filo trasparente come seta attraversare il mondo e la storia e i secoli e i millenni, solo per me, forse!
Ho già scritto di Gilgamesh come dei Quiché, ora per gioco ma non troppo voglio mettere assieme questi popoli e vediamo che cosa accade.
L'epopea di Gilgamesh racconta del suo viaggio alla ricerca dell'unico uomo che abbia avuto il dono dell'Immortalità, Utnapistim, sopravvissuto al Diluvio. Gilgamesh va dunque alla sua ricerca e dopo varie peripezie giunge dal barcaiolo di Utnapistim, Ursanabi. Qui accade qualcosa di poco chiaro e così GilgameshGilgamesh chiede ad Ursanabi di essere condotto con lui al cospetto di Utnapistim ma Ursanabi, arrabbiato risponde:
"Gilgamesh, quelle cose che hai distrutto hanno la facoltà di trasportarmi sull'acqua, di impedire alle acque della morte di toccarmi. Per questo le conservavo; ma ora tu le hai distrutte e con esse i serpenti urnu..."
Cosa distrusse Gilgamesh?
Cosa sono le Cose di Pietra?
Cosa sono i serpenti urnu?
Comunque il viaggio prosegue, Gilgamesh viene condotto da Utnapistim il Lontano, che vive a Dilmun, nel luogo del transito del Sole, ad Est della montagna...
"Ora Utnapistim, da dove giaceva a suo agio, guardò lontano e disse in cuor suo, riflettendo tra sé: 'Perché mai il battello naviga fin qui senza sartiame o albero? Perché sono distrutte le sacre pietre, e perché non è il nocchiero a governare il battello?
Così pare che Utnapistim potesse vedere molto lontano... chissà...
Utnapistim aveva già compiuto in precedenza opere meritevoli di riguardo, infatti aveva costruito una grande nave e aveva salvato la stirpe degli esseri viventi sulla Terra dal Diluvio...
ora, riceve Gilgamesh e gli racconta i suoi segreti...
Ma adesso é ora di passare su un altro continente, alla ricerca delle tracce di viaggiatori del passato. Siamo ora nella terra dei Quichè... e si parla dei popoli che vennero dopo la creazione, di popoli che: "Riuscirono a conoscere tutto ed esaminarono i quattro angoli ed i quattro punti della volta del cielo e della faccia della Terra".
Poi accadde qualcosa e "il Cuore del Cielo gettò una nebbia sui loro occhi, i quali si appannarono come quando si soffia sulla lastra di uno specchio. I loro occhi si velarono e poterono vedere soltanto ciò che era vicino... Così vennero distrutte la loro sapienza e tutte le conoscenze dei quattro uomini, origine e principio della razza quiché."
Questo popolo perse le conoscenze che aveva acquisito...
Quale fu la causa?
Dal popolo che perse le conoscenze deriva un nuovo popolo... un popolo particolare... che viene dall'Oriente...
"Erano diversi i nomi di ciascuno quando essi si moltiplicarono là nell'Oriente, e molti erano i nomi della gente: Tepeu, Olomàn, Cohah, Quenech, Ahau, ché così si chiamavano questi uomini là nell'Oriente, dove si moltiplicarono. Si conosce anche l'origine di quelli di Tamub e di quelli di Ilocab, che vennero insieme di là, dall'Oriente... Là stettero allora in gran numero gli uomini neri e gli uomini bianchi, uomini di molte specie, uomini di molte lingue, che era portentoso udire."
Più tardi i quichè intrapresero un viaggio, forse alla ricerca di qualcosa che li aiutasse a far tornare la luce del sole, giungono in una località chiamata Tulàn e li gli apparvero i loro dei... Tohil, Avilix e Hacavitz... e fu allora che le lingue di tutti i popoli divennero diverse e non si capivano più... (come nel racconto di Babilonia e la torre di Babele, Babel voleva dire Caos..) ed i loro indumenti erano solo pelli di animali ma erano uomini prodigiosi... anche Gilgamesh vestiva solo pelli di animali... quando arrivò da Utnapistim!
Veramente il racconto è molto confuso, per cui a volte si parla di dei, altre volte con gli stessi nomi ci si riferisce a monti...
Ma da dove giunsero questi dei o uomini prodigiosi?
Dal mare ma... "Non é ben chiaro, tuttavia, come avvenne il loro passaggio sul mare; come se non esistesse il mare, passarono su pietre, su pietre messe in fila sull'arena. Per questo motivo vennero chiamate Pietre in fila, Arene divelte, nomi che essi diedero loro quando attraversarono il mare, essendosi divise le acque quando essi passarono."
Quante strane coincidenze... uomini che vengono dall'Oriente, Diluvio, lingue che si mischiano e popoli bianchi e neri... mare che si apre, pietre in fila...
e se leggiamo ancora Gilgamesh, vi sembrerà sempre più possibile che lui abbia raggiunto quelle terre... e sia poi andato via...
E chissà che il Re Gucumatz (il re che diede inizio all'espansione del degno dei quichè) non sia altri che lo stesso Gilgamesh...
Forse, dopo queste righe, direte...
Tutte fantasie...
Eppure la storia... quella ufficiale, ci parla di un dio o di un uomo, Quetzalcoatl, dio degli aztechi, il cui nome significa serpente piumato...
Dio o uomo giunto dal mare e che andò via perché fu scacciato ma un giorno sarebbe tornato dal mare, a bordo di navi...
Ha, a proposito, non è che i serpenti urnu di Gilgamesh sono i serpenti piumati?
Pubblicato da Gianluca Pace alle 11:02 0 commenti
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paranooyd Radio
il teatro degli orrori, è colpa mia
Pubblicato da Gianluca Pace alle 19:59 0 commenti
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guerriglia ad alzano lombardo
Pubblicato da Gianluca Pace alle 15:00 0 commenti
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immota manet
Le famiglie vivono in posti diversi, vicino a gente diversa. Non esistono più i quartieri storici e ne sono nati di nuovi a Bazzano, Sassa e dintorni.
Il centro storico di L'Aquila non è più un borgo medievale con chiese, palazzi, biblioteche e piazze. E' un centro commerciale con negozi, bar, pizzerie e librerie.
Ma molte cose sono rimaste uguali al 6 aprile. I palazzi al centro sono identici ai palazzi sventrati alle 3.32 del 6 Aprile. Le macerie sostano ancora nelle piazze, nei vicoli e nelle strade. Tutte le case con danni gravi giacciono in coma in strade abbandonate. Pettino è ancora un cimitero di palazzi abbandonati. E' rimasta uguale l'Italia dove cannibali distruggono le vite degli altri e usano come sciacalli le sofferenze altrui.
Pubblicato da Gianluca Pace alle 13:30 4 commenti
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Da “Colloquio con la perduta madre” di Antonio Ragone
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Pubblicato da Gianluca Pace alle 13:25 0 commenti
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Laggiù di Antonella Riviello
Pubblicato da Gianluca Pace alle 13:23 0 commenti
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documentario, adolescenti e suicidio
Pubblicato da Gianluca Pace alle 13:17 0 commenti
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